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Centro Internazionale Loris Malaguzzi
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42124 Reggio Emilia - Italia
a cura degli Amici degli atelier del Centro di Salute Mentale.
Tanti anni fa dentro al grande Parco San Lazzaro viveva un bambino di nome Beniamino. Dicevano che non era un bambino come gli altri.
Beniamino era uno di quei bambini che fanno delle cose che sembrano proprio storte, ad esempio se c’era da andare avanti lui andava indietro, se c’era da star fermi lui correva, se c’era da saltare lui piangeva e così via.
Beniamino per la verità faceva anche cose difficili e divertenti, ad esempio si rotolava nei prati, spruzzava nelle pozzanghere fino a sporcarsi tutto, lanciava sassi lontanissimo, ascoltava una canzone e la sapeva cantare perfettamente.
Sta di fatto che, a forza di fare cose storte, Beniamino si sentiva storto e anche brutto: pian piano era rimasto da solo, perché lui aveva paura di stare con gli altri e nessuno voleva più stare con lui.
Così si annoiava tantissimo. A volte si sdraiava sull’erba a pancia in su e mentre guardava le nuvole si chiedeva cosa volesse dire avere un amico.
Beniamino conosceva tutti gli angoli del parco, ma il suo posto preferito era sotto la Grande Quercia. La quercia è altissima, enorme: un fulmine l’ha colpita e ha lasciato sul suo tronco una lunga cicatrice che la rende speciale. La cicatrice sembra un sentiero che sale dalle profonde radici fino a guardare il cielo.
Un bel giorno Beniamino, sdraiato sotto la quercia, sente una voce che lo chiama: “Beniamino, vieni su!” Beniamino si guarda intorno. Non c’è nessuno. Chi lo sta chiamando? “Beniamino non aver paura, sali, ti aspetto”.
Beniamino vuol proprio scoprire chi lo sta chiamando: siccome è bravo a correre indietro, prende la rincorsa e via, si arrampica lungo il tronco della Grande Quercia.
Quando arriva in alto però non vede nessuno, ma sente ancora quella voce, chiara e forte come uno spiffero d’aria.
“Se mi prometti di non dirlo a nessuno ti svelo il mio segreto. Io sono l’Ombroso, il gigante della quercia, vivo nell’ombra tra le foglie, questa è la mia casa. Le persone hanno paura dei giganti, per questo mi nascondo e non mi faccio mai vedere. Ma mi sento tanto solo, e anche tu sei sempre solo, vuoi giocare con me?”
Così Beniamino e il gigante Ombroso iniziarono a farsi compagnia, e a dire il vero stavano sempre insieme. Ombroso insegnò a Beniamino tutti i trucchi per nascondersi tra le foglie e scivolare silenzioso nell’ombra: quel gioco di nascondino era un gran divertimento.
Una sera, nascosto lassù, Beniamino si fece coraggio e chiese all’Ombroso cosa fosse per lui un amico. Con una calda voce d’aria l’Ombroso rispose: “L’amico ti vuole bene, vuole stare sempre con te a divertirsi, non ti giudica e se fai cose storte ti vuole bene lo stesso. Ad esempio, io e te siamo amici”.
Beniamino era molto orgoglioso del suo gigante: adesso sapeva cos’era un amico.
Ombroso non si faceva mai vedere, e Beniamino manteneva il segreto. Ma la gente cominciò ad accorgersi che il ragazzo era cambiato, non aveva più il muso lungo, anche quando faceva le cose storte, e se le faceva non si intristiva troppo. Tutti si chiedevano cosa gli fosse successo.
Un bel giorno gli altri bambini del parco si fecero coraggio, decisero di andare da Beniamino e gli domandarono come mai fosse così felice. Beniamino li portò tutti per mano sotto la Grande Quercia.
“Sono felice perché ora so cos’è un amico” disse ridendo e raccontò di Ombroso, che si nascondeva ma era proprio sulla quercia, li ascoltava e certamente avrebbe voluto essere loro amico.
“Ma questa è una cosa facile! Anche a noi piace avere gli amici!” risposero. E così tutti i bambini si misero a fare girotondo intorno al tronco della Grande Quercia.
Ombroso era felicissimo, lassù tra le foglie sentiva il solletico che gli facevano i bambini girando intorno al tronco. E si mise a ridere pianino, che la sua risata sembrava un soffio di vento leggero e spettinava i capelli dei bimbi come una carezza.
Adesso Beniamino aveva tanti amici, e da quella volta non si sentì più solo.
Se vi capita di andare al Parco del San Lazzaro cercate la Grande Quercia: l’Ombroso è ancora lì, si arrampica sul tronco ferito dal fulmine come uno scoiattolo, si nasconde tra i rami e le foglie.
Ombroso vive con la quercia e vi spettinerà i capelli con la sua risata gentile: se avete bisogno di un consiglio, voi cercatelo, vi risponderà.
Perché tutti abbiamo bisogno di un amico e lui lo sa.
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